Meglio le mani di un artigiano

Quante volte mi sono lambiccato il cervello in pensieri, rimuginando e rovistando tra le contraddizioni? Non sempre ne ho voglia, ma da qualche tempo ho scoperto (?) il fascino della manualità, di quel fare le cose in maniera un po’ artigianale che forse ho sempre tenuto in secondo piano.

I risultati, va da sé, non sono sempre il massimo. Tuttavia le (auto)gratificazioni che si hanno quando una cosa riesce ripagano anche gli errori precedenti.

E’ così che penso di trasformare questo posto virtuale: da un contenitore di parole, immagini, a uno di creazioni, fatti, idee. Così, perché ogni tanto bisogna cambiare aria.

Sempre alla ricerca

Era un po’ che non mi facevo vedere da queste parti. Dalla fine del 2011. Sono in fase di sperimentazione, di ricerca. Forse questa fase non finirà mai. Alla fine, quello che per me più conta, è non smettere mai di porsi delle domande. Sempre tendendo conto che la “risposta è dentro di te, e però è sbagliata” (Corrado Guzzanti). Nelle fotografie ora sto cercando effetti particolari, per esempio col mosso.  Qualche volta, al termine di queste sperimentazioni, è possibile vedere la luce, come qui sotto 🙂 Devo sempre ricordarmi che la luce sarebbe nulla, senza il suo opposto. Così come il mosso della torcia non avrebbe senso senza la staticità ben dritta di un cavalletto. Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume. Potrei continuare così per ore, ma anche NO.

Sia la luce…

Fiat lux

… e l’alluce fu (cit.)

Leggero come un elefante

Un elefante vestito da Arlecchino. Le borse sono più pesanti? L’elefante le spinge sotto con la proboscide? Perché è vestito da Arlecchino? Vetrine incomprensibili, a Budapest.

Anarchia e disordine

Confusione. Ronzio di mosche, camion che passano e strombazzano. Impegni che si sovrappongono. Rumori assordanti. Luci, velocità. All’improvviso il silenzio. Un lago fermo come uno specchio. Calma e solitudine. Della confusione rimangono i ricordi come frammenti. Ma è proprio necessario mettersi lì a raccoglierli uno per uno e trovare un ordine? Cercare di comporre un’immagine che abbia un senso? Oppure: raccogliamo i pezzi, senza essere troppo ligi ad una regola. Poi ognuno gli darà il senso che più lo ispira. In fondo, darsi troppe regole è come non averne nessuna. Forse è solo l’ennesima baggianata scritta per evitare il sopravvento dell’abbiocco post-prandiale.

Abbiate pazienza, cari lettori. Nel pasticcio di cui parlo c’è spazio pure per gli scarabocchi e gli errori 🙂

Pausa per digerire

Si avvicina la fine dell’anno. Le domande abbondano più delle risposte. Quest’anno ancor di più, è un momento critico. Indosserò nuovi vestiti, percorrerò nuove strade. Non ho bussola né gps con me. So bene che mi perderò. Qui metterò ancora frammenti, parole sparse, musica, immagini, cucina. Cercando un filo conduttore? Può darsi. Per ora vado in letargo, fino al prossimo post. Forse fino a gennaio. Sono in fase di digestione. Sigaretta immaginaria, caffè e relax. E’ quello di cui ho bisogno ora. Chi vuole, si segga con me al tavolo. Farò due chiacchiere più che volentieri 🙂

Il sapore dell’immagine

Esercizio di sinestesia. Provare a percepire con l’occhio le sensazioni che ha gustato il palato. Impossibile. Forse bisognerebbe ricorrere a sostanze che alterano la percezione sensoriale… Usiamo l’immaginazione, lasciamo da parte sostanze potenzialmente nocive.

In un altro spazio (http://pennablog.blogspot.com) faccio un diario del mio recente viaggio a Istanbul. Qui mi limiterò a un paio di foto. Sono sicuro che vi sazierete bene, che i piatti non saranno indigesti. Vedrete che delizia per il palato! Buon appetito!

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E per finire, il dolce con il tè:

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La frequenza di un vinile

Qualche giorno fa parlavo al telefono con un ragazzo di nome Francesco che – a livello amatoriale – partecipa a gare competitive, principalmente podistiche: corse su strada, maratone, e simili; da un po’ di tempo partecipa anche a gare di triathlon, una competizione che può essere massacrante, divisa in tre frazioni: bici, nuoto, corsa.

Dicevo: parlavo con Francesco perché il giorno prima avevo assistito ad una gara podistica di squadra: la 12 per un’ora, che in quella circostanza si svolgeva allo Stadio delle Terme di Caracalla. Funziona così: si forma una squadra di 12 atleti (almeno), il primo parte e nel tempo di un’ora fa più giri possibile nella pista. Quando si avvicina lo scadere del tempo prende il testimone e lo passa all’atleta successivo. Vince la squadra che, al termine delle 12 ore, ha percorso la distanza più lunga.

Il 17 settembre ho assistito ad una parte di quella gara per conto della Podistica Pomezia, con cui collaboro nel tempo libero. Il giorno successivo io e Francesco parlavamo al telefono dei risultati dei singoli e di quelli della squadra. Un po’ per curiosità, un po’ perché avevamo deciso d’informare dell’evento le gazzette sportive locali.

E così, mentre Francesco sciorina i risultati, commento: questo è bravo, quest’altro ha fatto un ottimo risultato, questo poteva andare meglio, e così via. Alla fine arriva il risultato di squadra: 16mo posto (su 71) con una media di 32 giri e 296 metri per ogni frazione. Peccato, mi vien da dire. Ancora un piccolo sforzo e avremmo raggiunto i 33 giri, quelli che faceva un vinile sul giradischi. Ecco, allora, una selezione di alcune tracce di questo ipotetico vinile.

Un’idea

Avevo un’idea, un concetto, un’idea… e se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione. Non è originale, eh?

Dicevo: avevo un’idea. Cercare di suddividere il pasticcio in porzioni: qua il formaggio, qua la mozzarella, qua il prosciutto cotto… In altre parole: una sezione per le immagini dei concerti, una per lo sport, una per i viaggi e le escursioni.

Forse non sono ancora capace, forse non sono ancora pronto. Forse è meglio così. D’altra parte: avete mai visto un pasticcio ordinato? Anche se noi italiani amiamo alla follia l’ossimoro. Siamo un paese pieno di giovani-vecchi: giovani anagraficamente e vecchi perché privi di ogni speranza sul futuro; e anche vecchi giovani, perché tra operazioni, lifting, e chissà cos’altro cercano sempre di restare al loro posto….

In tutta questa confusione (non solo linguistica) non ho mai visto né riesco ad immaginare un pasticcio ordinato. E allora che pasticcio sia, ed ognuno prenda il pezzo che più gli piace! Buon appetito!

Max Gazzè @ Pomezia

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IMG_0599, a photo by pennapazza on Flickr.